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Road to Oscars 2023. La Fotografia di "Empire Of Light"

Eccoci arrivati alla quarta puntata di questa serie. Il film che trattiamo oggi è Empire Of Light.

Empire Of Light è un film drammatico con vena romantica del 2022 diretto da Sam Mendes. Il regista cementa la sua relazione lavorativa con il DoP Roger Deakins, quest’ultimo già noto per 1917 e Blade Runner 2049.

Le riprese sono iniziate in concomitanza con gli strascichi del Covid-19, in aggiunta a limiti di budget e tempo per completare il lavoro. Inoltre, dato che la maggior parte del film è stato ambientato su di un lungomare, il team si trovava soggetto a diverse problematiche relative al luogo in sé e al traffico. Non c’era molto tempo per provare diverse inquadrature e diversi schemi di luce, perciò era fondamentale per Deakins e Mendes confrontarsi sulle proprie idee, senza tralasciare però di seguire l’ispirazione del momento, suscitata (fra il resto) dall’allestimento del set.


Essendo Deakins cresciuto nel Devon, in Inghilterra, il DoP ha subito sentito una affinità con Margate, cittadina in cui la storia è ambientata, molto somigliante a dove ha passato l’infanzia. Questo ha notevolmente influenzato il lavoro di Deakins in maniera positiva, aspetto che Mendes ha debitamente notato e per cui era molto soddisfatto. La collaborazione non poteva che cementarsi e dare vita ad un film ricco di aspetti interessanti, in aggiunta anche all’esperienza pluridecennale del DoP.

Roger Deakins

Naturalmente, nonostante questo, possono comunque nascere dei diverbi, seppur minimi. Ciò che conta è saper gestire la situazione confrontandosi e comunicando ognuno le proprie opinioni, per trovare un punto di incontro. A volte si scende a compromessi, altre volte invece si cede all’idea altrui, cosa che spesso Mendes faceva, dato che, a detta sua, l’opinione di Deakins era la migliore. Quest’ultimo ha infatti una capacità innata di trovare sempre la giusta composizione (è infatti anche un fotografo) e di muoversi in sintonia con il personaggio inquadrato.

Mendes e Deakins in concerto arrivarono a decidere lo stile del film dopo molte settimane di intense discussioni. Punto saldo preso come riferimento è la cifra stilistica delle fotografie di Harry Gruyaert e Martin Parr, i cui lavori presentano colori molto decisi. Gli interni del cinema dove la pellicola è ambientata avrebbero dovuto trasmettere un invitante senso di calore e di comfort. Non solo, si voleva anche trasmettere un senso di magnificenza e di durevolezza oltre ogni limite di tempo. Un po’ un gioco di contrasti. Anche nelle colorazioni si riscontra questo aspetto; Deakins voleva contrapporre le tinte arancioni e marroni dell’ingresso, le tinte rosse e porpora del cinema alle tinte desaturate ed attenuate della costa inglese, specialmente in inverno. Al piano superiore dell’edificio, invece, troviamo prettamente tinte blu e verdi che operano un ulteriore contrasto con il resto della palette.

Schema di luci per l'Empire

Oltre ai colori, particolare importanza rivestono ovviamente gli schemi di luce. Anche in questo caso bisognava coordinarsi con i colleghi del set per capire come ottimizzare il tutto. Oltretutto, bisogna tenere in considerazione che il cinema stesso è allestito con luci che avrebbero poi fatto parte delle inquadrature definitive.

Bisognava quindi necessariamente armonizzare il tutto. Il DoP ha preferito quasi interamente utilizzare luci LED, per avere pieno controllo sulla scena e sul livello di illuminazione, tutte coadiuvate da sistemi di dimmeraggio, sapientemente operati via iPhone dal programmatore Galo Dominguez.


Un’ulteriore difficoltà proveniva dal fatto che, dato che l’Empire presenta grandi vetrate all’ingresso, la luce comunque filtrava da esse, portando luminosità aggiuntiva. L’importante era riuscire a bilanciare la luce naturale con quella artificiale per creare un ambiente armonioso e dall’illuminazione veritiera. È stato addirittura costruito un impianto di 20'x20' di pannelli neri o di diffusori.

Schema di luce per il box-office

Nella scena della premiere di Momenti di Gloria, vengono fatti diversi primi piani agli ospiti o comunque inquadrature piuttosto ravvicinate. Per questo motivo, Deakins si è servito di un set di luci artificiali con softbox esagonali per diffondere al meglio la luce sui volti regalando allo spettatore un effetto più morbido sulla pelle. Il tutto è stato manovrato con maestria per inserire una componente di luce calda tramite degli appositi faretti che permettono di modificare la temperatura della luce e in generale, i colori.


Per la sequenza del discorso del Dott. Ellis, interpretato da Colin Firth e di Hillary, interpretata da Olivia Colman, sono stati aggiunte altre fonti di luce che restituiscono un “soft spotlight”. In generale, la preferenza del DoP ricade sugli obiettivi Arri Signature Prime Lenses: veloci, leggeri e maneggevoli, qualità decisamente molto utili.

Mendes ha dichiarato che discuteva con Deakins molto raramente per quanto riguarda le specifiche dell’illuminazione, in quanto si fidava ciecamente di lui e del suo istinto. Eventualmente, si limitava solo a dare delle indicazioni per impostare la giusta ambientazione sul set.

Toby Jones e Micheal Ward interpretano Norman e Steven

Uno degli aspetti principali del film era sicuramente l’illuminazione di Olivia Colman, che interpreta Hillary; essendo lei la protagonista, sarebbe dovuta risaltare in ogni inquadratura. Bisognava quindi assicurarsi di stabilire le corrette impostazioni per ottenere il risultato desiderato. In aggiunta, lo stesso DoP desidera manovrare la camera, proprio per avere un contatto con gli attori e stabilire con loro una connessione.

È più con gli attori e la storia che si relaziona Deakins, soprattutto in fase di lettura della sceneggiatura, rispetto alla fotografia in sé. Ogni film è diverso, ogni prodotto cinematografico è differente ma ci sono alcuni aspetti che Deakins reitera durante le varie produzioni, come la costante collaborazione e il fatto che gli piaccia sondare sempre le varie location in anticipo.

Per concludere, come dice il personaggio di Norman, interpretato da Toby Jones: “Nulla avviene senza luce”.


Domani ci sarà l’ultimo articolo ed analizzeremo Tár.

Grazie per aver letto il post.


Claudia

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